Giordano Bruno nella “libraria” di Saint Victor
Articoli / 11/10/2019

Quando la biblioteca diventa un confessionale. Nel 1585, Giordano Bruno ritorna a Parigi dopo il soggiorno londinese, e comincia a frequentare l’abbazia di Saint Victor, famosa per la sua ” libraria “, immortalata da Rabelais. Il bibliotecario, Guillaume Cotin, trasforma lo “scriptorium” in un confessionale, dove il filosofo dà libero sfogo ai suoi ricordi e al suo impetuoso carattere.

Atteone: da Ovidio a Giordano Bruno
Articoli / 12/03/2019

Ogni cosa muta, nulla si distrugge. Lo spirito vaga dall’uno all’altro e viceversa, impossessandosi del corpo che capita, e dagli animali passa in corpi umani, da noi negli animali, senza mai deperire nel tempo. Ascoltando queste parole si può ben capire perché le Metamorfosi ovidiane costituiscano una fonte primaria anche per Giordano Bruno, che vi ritrova la sua concezione della materia animata, e la conseguente fede nella metempsicosi. Talmente ampie e precise sono le corrispondenze, seconde per quantità soltanto a quelle col De rerum natura di Lucrezio, da suggerire che il poema facesse parte dell’immenso patrimonio mnemonico del filosofo. Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli

Guglielmo Grataroli e Giordano Bruno
Articoli / 15/02/2019

Il medico bergamasco Guglielmo Grataroli (1516-1568) è un altro di quei valorosi ingegni rinascimentali, il cui destino e la cui esperienza intellettuale furono indelebilmente segnati dal tormentoso conflitto tra scienza e fede. Animato da una indomabile indipendenza di pensiero e da un carattere pugnace, incorse presto nei rigori dell’Inquisizione veneta. Le sue esternazioni anticlericali e le simpatie per la Riforma lo fecero bollare come luterano della peggior specie. Fu prima costretto ad abiurare e poi, dichiarato «heretico pertinace et relapso et schandaloso et infame», condannato in contumacia alla decapitazione con successivo rogo del corpo. Si era intanto rifugiato a Basilea, città che divenne la sua seconda patria, gli diede fama e rispetto, e lo accolse nel consiglio della facoltà di medicina. Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli

Le epistole latine di Giordano Bruno
Recensioni / 07/05/2018

«Nelle epistole latine lo stile è più retorico, focalizzandosi perlopiù su argomenti metodologici e di vita accademica. In compenso esse aiutano a comprendere con chiarezza il progetto filosofico del nolano e i principi guida della sua azione. Sono proprio queste le preziose perle donate a chi sappia apprezzarle e difenderle dai piedi porcini, abituati a calpestarle». La convinzione che la corretta comprensione della filosofia di Giordano Bruno sia imprescindibile dal tempo e dal luogo in cui il testo venne scritto è il principio ispiratore dell’originale metodo di ricerca di Guido del Giudice. Questa antologia, che raccoglie per la prima volta tutte le epistole dedicatorie delle opere latine, giunge a coronamento di un lavoro decennale dell’autore, che ha colmato le lacune ancora esistenti nel corpus delle opere bruniane, attraverso la traduzione degli ultimi quattro scritti rimasti (Dialoghi su Mordente, Disputa di Cambrai, Somma dei termini metafisici, Articoli contro i matematici). Nelle epistole dedicatorie delle opere in volgare, composte nel periodo londinese, Bruno si rivolge ai suoi protettori Michel de Castelnau e Philip Sidney – ai quali era legato da sincera amicizia – con accenti confidenziali. Il volume è impreziosito da un interessante corredo iconografico, con la riproduzione dei frontespizi originali delle opere…

Lutero, Bruno e Pomponio Algieri
Articoli / 02/12/2017

  Quando Pomponio Algieri da Nola, all’età di soli 24 anni, viene bruciato vivo a Roma in piazza Navona, Giordano Bruno di anni ne ha appena otto. Oltre che per la giovane età del condannato, l’esecuzione è insolita anche per il luogo e il metodo scelto dall’Inquisizione: anziché le solite fascine, per alimentare il fuoco viene approntato un pentolone di pece, olio e trementina, nel quale viene immersa la povera vittima. Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli

Cornelio Agrippa e la vanità delle scienze
Articoli / 19/07/2017

  Nella sua rinomata libreria antiquaria, nel cuore di Firenze, Paolo Pampaloni sta sfogliando un grazioso volumetto in ottavo, rilegato in pelle scura. Si tratta di un esemplare del De incertitudine et vanitate scientiarum di Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim. Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli

Il Ciel Reformé dell’Abbé de Vougny – Una rara traduzione dello Spaccio de la bestia trionfante
Articoli / 26/04/2017

Giordano Bruno fu un sostenitore delle traduzioni e non si stancò di ripeterlo nel corso del suo sfortunato ciclo di lezioni oxfordiane. Nel 1585, quando il filosofo aveva da poco lasciato l’Inghilterra, il poeta Samuel Daniel, nella prefazione alla traduzione inglese delle Imprese di Paolo Giovio, riportò una lettera di Nicholas Whithalk, il quale ricordava le parole pronunciate a Oxford dal Nolano: «tutte le scienze traggono giovamento, per la loro diffusione, dall’aiuto delle traduzioni». Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli

Tommaso Moro: l’eresia della coscienza
Articoli / 20/12/2016

I libri condizionano la storia dell’uomo tanto quanto le guerre, le paci e i cataclismi naturali. Forniscono quei parametri ‘intellettuali’ entro i quali gli individui maturano il proprio pensiero. Così quando si definisce ‘epocale’ un libro, non solo se ne intende sottolineare l’esemplarità ma soprattutto l’impatto che ha avuto nelle vicende ideali dell’umanità. Certo è che, un posto d’onore spetta all’Utopia di Tommaso Moro, di cui quest’anno si celebra il V centenario della prima edizione. Un libro che ha ‘costretto’ molti, a confrontarsi con il suo sfuggente significato ‘ultimo’. Una ricorrenza che celebra un volume di 500 anni fa ma che, parla nel profondo del nostro mondo contemporaneo. Gianluca Montinaro Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli