
LIBRI: ESCE ‘IL DIO DEI GEOMETRI’, COSI’ GIORDANO BRUNO LITIGO’ CON IL COMPASSO DI MORDENTE.
NUOVO SAGGIO DI GUIDO DEL GIUDICE SUGLI INQUIETI PERCORSI DEL FILOSOFO NOLANO.
Roma, 6 set. – (Adnkronos) – Un altro tratto umano di Giordano Bruno, il filosofo di Nola imprevedibile come il suo pensiero ribelle, ucciso nel rogo di campo dei Fiori il 17 febbraio 1600. E’ la chiave di lettura che ci offre il saggio appena edito Giordano Bruno ‘Il Dio dei Geometri. Quattro dialoghi’, con introduzione e traduzione del medico e filosofo napoletano Guido del Giudice (Di Renzo Editore, pp. 128, euro 12,50, www.direnzo.it). L’incontro di Bruno con il matematico salernitano Fabrizio Mordente avvenne nel 1585, durante il secondo soggiorno parigino del filosofo reduce dall’esperienza inglese, una vicenda interessante e finora inspiegabilmente trascurata. Infatti, nonostante la recente scoperta dei nuovi dialoghi e documenti abbia contribuito a delucidarla, finora non era stata messa a disposizione del pubblico una traduzione completa dei quattro dialoghi composti dal Nolano sull’argomento.
Il Dio dei Geometri, per Bruno, e’ Fabrizio Mordente, un matematico di Salerno conosciuto a Parigi nel 1585 alla corte di Caterina de’ Medici, al seguito di Jacopo Corbinelli, esule fiorentino nelle grazie della Regina Madre che proteggeva gli italiani a corte. Ma, spiega Guido Del Giudice all’ADNKRONOS, ”come spesso succede agli esuli, anziché’ aiutarsi a vicenda, non trovano niente di meglio da fare che azzuffarsi, come i capponi di Renzo, sprecando le proprie energie in una lotta tra poveri. Per la verità’ le colpe di questo dissidio sono prevalentemente del Salernitano, in quanto Bruno, come suo solito, si rivela si avventato, ma animato esclusivamente dalla brama di conoscere e sviluppare la sua filosofia”.
”Egli vede in questo divino strumento inventato dal Mordente -aggiunge l’autore- che nel 1998 ha creato il sito internet www.giordanobruno.info, diventato ormai un punto di riferimento per appassionati e studiosi- un compasso di proporzione a otto punte, il deus ex machina in grado di confermare e sviluppare le sue teorie atomistiche e, in particolare, la presenza di un minimo assoluto assimilabile all’atomo, che Aristotele negava con decisione. Mordente era un personaggio di cultura piuttosto limitata e, in particolare, si doleva della sua ignoranza del latino. Al Nolano non sembrò vero di offrirsi di realizzare una presentazione della scoperta del conterraneo nella lingua dei dotti”.
LA RABBIA DEL MATEMATICO SALERNITANO E L’APPROCCIO BRUNIANO ALLA CONOSCENZA
Naturalmente Bruno non era certo tipo da realizzare una semplice traduzione, ”ma ci mise del suo – annota del Giudice, già autore di diversi contributi sulla filosofia di Bruno – presentando la sua visione dello strumento, cercando di dimostrare le operazioni e le prospettive consentite dallo stesso. Egli allargò′ il panorama dal semplice aspetto meccanico, che era quello che interessava al Mordente, desideroso di trarre profitto dalla sua invenzione al piano più elevato e fecondo della speculazione filosofica. In compenso, nei primi due dialoghi, conferisce alla figura di Mordente un’areola di divinità, in quanto non potendo esaltarne le doti culturali e’ costretto a presentarlo come una sorta di sileno ispirato o di asina di Balaam. Apriti cielo! Mordente – sottolinea Guido del Giudice – che aveva un carattere sospettoso e diffidente si ritenne sminuito e defraudato della sua scoperta e montò in una rabbia bestiale, come la definisce Corbinelli, al punto da comprare e bruciare quasi tutte le copie dei dialoghi”.
”Ciò′ dovette sembrare al Nolano una vera e propria dichiarazione di guerra e, ovviamente, reagì – annota l’autore – con due nuovi dialoghi in cui questa volta senza mezzi termini esprimendo la scarsa considerazione che tutti più o meno nutrivano nei confronti del compaesano. Ne nacque un odio eterno, soprattutto da parte di Fabrizio, che in tutte le sue opere successive serberà astio nei confronti del filosofo di Nola, il quale invece, anche perché aveva ben altro da fare, tornerà sullo strumento e sulle teorie ad esso associate in opere successive, sempre citando con riconoscenza i meriti del geometra salernitano”.
Il libro, in cui Guido del Giudice presenta la ricostruzione della vicenda, unitamente alla prima traduzione completa dei quattro dialoghi scritti da Bruno sull’argomento, ”penso possa essere di grande interesse per gli studiosi bruniani, in quanto illumina, da un lato, il carattere del Nolano, paradigmatico rispetto ad altre vicende e momenti della sua tormentata esistenza, e dall’altro, il suo metodo di approccio alla conoscenza. Comportamenti irruenti e precipitosi sono usuali in Bruno, e ricorrono più volte nel corso della sua tormentata esistenza, sempre interpretati in modo malevolo e interessato”. Ad esempio, ricorda l’autore, ”l’eccessivo entusiasmo da cui il filosofo si fa prendere in questa occasione, come nel caso di Tycho Brahe e dell’Acrotismus, da me raccontati nella mia precedente traduzione, viene ricompensato ancora una volta con l’incomprensione e il disprezzo”.
SUL WEB LA BATTAGLIA PER UN PENSIERO DI RICERCA CHE APPARTIENE A TUTTI
Mentre ”il secondo importante argomento di riflessione si inserisce nella polemica mai sopita tra i sostenitori, sulla scia di Frances Yates, di una visione magica ed irrazionale della filosofia e del personaggio Bruno, e quelli più moderni e credibili, che rivalutano l’impostazione sperimentale, ”prescientifica” del filosofo, identificando in lui un fondamentale punto di passaggio: il rappresentante emblematico di un rinascimento che dalle sue basi tradizionali, proietta l’uomo verso un mondo nuovo. Egli, in un periodo in cui non esistevano strumenti e contributi atti a dare dei fondamenti scientifici alle sue teorie, ciononostante ricercava, spesso ingenuamente, tutto ciò che potesse aiutarlo in questa direzione”.
Per del Giudice ”Bruno si rendeva conto che gli mancavano i mezzi di osservazione e perciò si paragonava a Tiresia, interprete cieco ma divino. Per cui nei confronti di Copernico e degli altri astronomi, sosteneva che ‘‘Doviamo aprir gli occhi a quello ch’hanno osservato e visto e non porgere il consentimento a quel ch’hanno conceputo, inteso e determinato”. E a chi gli chiede a quale pubblico si rivolga il libro, del Giudice replica deciso: ”La mia passione per Bruno e’ stata sempre anche lo strumento di una battaglia contro la pedanteria accademica che, particolarmente nel caso del pensatore Nolano, ha mostrato tutta la sua protervia. I visitatori, in esponenziale incremento del mio sito internet dedicato al Nolano (www.giordanobruno.info), manifestano non soltanto l’interesse per il filosofo, ma anche l’insofferenza per una classe erudita che pretende di gestire a proprio piacimento lo studio e la diffusione di testi fondamentali della nostra cultura. Lo stesso tipo di riscontro ho avuto dal successo dei miei libri”.
E le ”sorprese -assicura del Giudice- non sono ancora finite”. Come dire: spostare i propri confini e’ ancora una volta il segreto per capire la filosofia di Bruno: ”Per le talpe – tagliava corto l’orgoglioso Nolano ricusando i ‘pedanti’- queste ragioni avranno lo stesso effetto della luce del giorno. Vi saluto’‘.
(Adnkronos)
![]()

Nessun commento
I commenti sono chiusi.