Guglielmo Grataroli e Giordano Bruno
Articoli / 15/02/2019

Il medico bergamasco Guglielmo Grataroli (1516-1568) è un altro di quei valorosi ingegni rinascimentali, il cui destino e la cui esperienza intellettuale furono indelebilmente segnati dal tormentoso conflitto tra scienza e fede. Animato da una indomabile indipendenza di pensiero e da un carattere pugnace, incorse presto nei rigori dell’Inquisizione veneta. Le sue esternazioni anticlericali e le simpatie per la Riforma lo fecero bollare come luterano della peggior specie. Fu prima costretto ad abiurare e poi, dichiarato «heretico pertinace et relapso et schandaloso et infame», condannato in contumacia alla decapitazione con successivo rogo del corpo. Si era intanto rifugiato a Basilea, città che divenne la sua seconda patria, gli diede fama e rispetto, e lo accolse nel consiglio della facoltà di medicina. Scarica l’articolo Leggi tutti i miei articoli